Ecco una sintesi dell’interessante relazione che il dottor Dante Comelli ha tenuto nel corso del convegno “La cura del tuo dolore”, dal titolo emblematico “La cura del dolore e il bene comune”:
Il dolore non è un fenomeno semplice di natura esclusivamente sensoriale, è un’esperienza complessa. Più precisamente è un’esperienza somato-psichica unitaria. Così è riportato nella definizione di dolore data dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e in quella data dalla IASP, l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore. Anche le più recenti teorie del dolore riconoscono che il dolore, soprattutto il dolore cronico, è un’esperienza nella quale convergono almeno tre componenti di diversa natura: sensoriale, emozionale e cognitiva.
L’esperienza del dolore, specialmente se intenso e protratto nel tempo, rischia di incidere profondamente sull’identità dell’uomo e a volte la frantuma.
Questo è il motivo per cui la “terapia del dolore”, che è orientata all’eliminazione del sintomo, dovrebbe essere integrata in un approccio globale di “cura del dolore”, orientato alla persona che soffre. Ma la cura del dolore, così come tutte le altre pratiche di cura, non è ancora sufficientemente valorizzata nel nostro contesto sociale. E’ per questa ragione che le pratiche di cura del dolore (che sono indice del livello di civiltà di un gruppo sociale), dovrebbero essere incentivate e sostenute con politiche sanitarie e sociali appropriate. E dovrebbero far parte, insieme a tutti gli altri atteggiamenti cooperativi e solidaristici, di quel patrimonio collettivo che è il “bene comune”.